Mi è capitato spesso, parlando di sogni, di sentirmi dire: io non sogno mai o non sogno da molto tempo

Ma altrettanto spesso mi è bastato dire che senza sogni la nostra mente sprofonderebbe nel caos per provocare un’immediata correzione del tipo: non ricordo mai, o solo raramente, cosa ho sognato...

A prima vista sembra che la maggior parte delle persone prenda in considerazione l’attività mentale solo quando ha gli occhi aperti e preferisca ignorare, o dare poco valore, a quello che succede dormendo, quando la frequenza delle onde cerebrali rallenta progressivamente portandoci nel sonno profondo, per poi ricominciare ad aumentare e raggiungere la fase REM , quella del sogno, che funziona a frequenza beta come la mente “sveglia” con la sola determinante differenza che, mentre sogniamo, i nostri sensi sono spenti e tutte le immagini che vediamo e le esperienze che facciamo provengono dal nostro mondo interno (trovate una spiegazione più precisa del funzionamento mentale durante il sonno, ad esempio, nel libro Le leggi del destino dello psicoterapeuta R. Dahlke).

In realtà la questione è un po’ più complicata…

Come mai, infatti, tante persone- persino tra coloro che lavorano con mente e psiche- sono convinte di non sognare e solo se sollecitate si accorgono che non è vero e che semplicemente non ricordano cosa sognano ogni notte?
La prima cosa che mi viene in mente è che costa fatica e  turbamento accettare l’idea che, mentre dormiamo beatamente, dentro di noi accada qualcosa di incontrollabile attraverso i nostri abituali strumenti: logica, volontà e azione. Però è solo se accettiamo consapevolmente, cioè scegliendo di farlo, che durante le ore di veglia restiamo spesso alla superficie di noi stessi, che possiamo dare senso e valore al fenomeno di non ricordare i nostri sogni.

Perché sogniamo? E a che cosa servono i sogni? 

Non è facile rispondere in modo esauriente a queste domande.
Sappiamo, ad esempio, che i sogni proteggono il sonno dagli stimoli che lo interromperebbero, che esprimono, e a volte realizzano, dei desideri che non ci rendiamo nemmeno conto di avere, che sgombrano la mente dalle troppe informazioni sensoriali ricevute durante la veglia, che elaborano i nostri ricordi e collegano tra loro aree diverse della memoria, che danno modo alla mente di funzionare in modo intuitivo, cioè simbolico, immaginativo, creativo e libero da vincoli razionali… ma chissà quante altre funzioni del sognare scopriremo in futuro grazie alle intense ricerche attuali sul funzionamento mentale!

Sappiamo anche che l’essere umano, da quando ha cominciato a riflettere sulla propria esistenza, ha attribuito ai sogni un significato profondo e una funzione di collegamento costante con l’aspetto misterioso della vita, come è testimoniato dalle culture più arcaiche e da molte altre culture diverse dalla nostra, per le quali il sogno è un messaggero degli dei, dell’inconscio, dell’ombra, dell’anima; il portatore della saggezza della specie umana; il contatto con altre dimensioni della vita, comprese quella oltre la vita e quella spirituale…

A chi crede di non sognare, o in certi periodi della sua vita non ricorda i sogni,  suggerisco quindi una domanda preliminare molto importante: quando e come mai ho perso, o non ho mai avuto prima d’ora, un contatto con l’aspetto misterioso e magico della  vita e con il senso profondo della mia?

Sono convinta infatti che non è mai troppo tardi per aprirsi ad una riflessione di questo tipo e, soprattutto, che è solo a partire da questo interrogativo che ci si può accorgere, e magari stupire, di usare solo una piccola parte della propria mente, quella più conosciuta e  facile da controllare. E di trascurare, così facendo, di avere a disposizione attraverso i sogni una fonte dettagliata e costante di informazioni provenienti dal proprio mondo interiore, che a sua volta è parte di una dimensione molto più grande, perché non siamo isole e viviamo in costante relazione con altri esseri umani, con il pianeta che abitiamo e con il cielo in cui vaghiamo, per non andare oltre…

I sogni, quindi, non andrebbero mai considerati come un fenomeno accidentale, ma come un’attività essenziale allo sviluppo e all’ampliamento della nostra coscienza, inclusa quella  diurna e solo operativa che troppo spesso viene considerata l’unica esistente… I sogni sono infatti la voce, talvolta ridotta a un sussurro quasi impercettibile dal rumore che ci abita e ci circonda, della nostra parte notturna, invisibile e sconosciuta, che anche se apparentemente silenziosa è viva e attiva ed è sempre pronta e contenta di collaborare, darci sostegno e insegnarci con pazienza come vivere in modo più vero, completo e soddisfacente.

Ma non rimproveratevi se vi riconoscete tra coloro che fin qui hanno frequentato poco il mondo onirico o se da tempo lo state trascurando e appena svegli non vi ricordate nulla, perché sono tantissime, anzi troppe, le occasioni quotidiane di distrazione provenienti dal mondo esterno e da quello interno, che ci tengono a distanza dalla ricerca fondamentale del significato della nostra esistenza.

E’ importante che che sappiate, però, che basta domandarsi: come mai è tanto tempo che non sogno o non ricordo cosa ho sognato? per ristabilire all’istante il contatto con l’aspetto notturno della vita e consentire alla mente sognatrice di nutrire la nostra mente operativa!

Per ora non preoccupatevi di capire cosa vi ha tenuti lontani dai vostri sogni. Ci sono tanti motivi sensati e rassicuranti per spiegare questa temporanea assenza di contatto con l’altra parte di voi stessi!

Ma mi sono accorta di avere già scritto tanto e quindi rimando la trattazione della parte “pratica” della questione ad un secondo post  che pubblicherò il prima possibile.

A presto.